Quanto conta davvero il voto dell’esame di maturità

Quanto conta davvero il voto dell’esame di maturità?

Poche settimane ti separano dall’inizio delle prove da superare per portare a casa l’ambito diploma di maturità, giusto coronamento di un percorso fatto di anni di studio e impegno: tuttavia, come accade da sempre, l’ansia di prendere un bel voto all’esame di Stato può tramutarsi in un incubo, una preoccupazione persistente che di certo non contribuisce a mantenere un atteggiamento mentale propizio per lo studio (ma che, in ogni caso, puoi cercare di lenire seguendo questi consigli per superare l’ansia da interrogazione).

Come forse già sai, il punteggio dell’esame di maturità è dato dalla somma dei voti conseguiti alle tre prove e dei crediti accumulati nel triennio di studi; inoltre, se si ha totalizzato come minimo 70 punti tra scritto e orale e se i crediti con i quali si è stati ammessi all’esame sono almeno 15, si può ricevere dalla Commissione fino a ulteriori 5 punti bonus. Chiaramente l’attenzione di tutti i diplomandi, nei mesi precedenti alle fatidiche prove, si focalizza sul magico numerino, stime e calcoli per prevedere il voto che si porterà a casa non mancano mai: si tratta di preoccupazioni immotivate oppure di giuste considerazioni?

Quanto è importante il voto da prendere all’esame di maturità per determinare il successo negli studi e nel percorso lavorativo che seguirà? Innanzitutto, se intendi proseguire con gli studi in Italia, tieni a mente che la votazione alta non è un prerequisito da soddisfare per i test di ingresso delle università (come invece avviene per molti corrispondenti all’estero).

Nella vita lavorativa di tutti i giorni non sono molte le imprese che impongono paletti così restrittivi per valutare i propri candidati: è pur vero, chiaramente, che un’eccellente votazione è di certo un biglietto di visita di un certo valore, ma la competizione non si gioca esclusivamente su questo fronte.

Condividiamo la posizione della studentessa Camilla in questa intervista per La Stampa nella quale fa presente che la vera e propria maturità non si misura con un voto su un libretto ma dal desiderio e l’impegno nel costruirsi giorno per giorno una vita solida e concreta; come racconta Ginevra in un’altra intervista, invece, l’esame può considerarsi come una linea che delimita la fine del tempo nel quale si possono compiere degli errori, che con la maturità - appunto - devono essere messi da parte per concentrarsi sulle scelte importanti per il proprio futuro.

Puoi considerare l’esame alla fine delle scuole superiori come la punta di un iceberg: la superficie, evidente e palpabile, sono le prove da superare e il voto da raccogliere, ma ciò che costituisce la “sostanza” è l’enorme bagaglio di esperienze e insegnamenti che hai collezionato.

Di cosa devi preoccuparti davvero, quindi?

Innanzitutto, se vuoi giungere alla fatidica data preparato per il meglio, mantieniti aggiornato sulle novità per l’esame di maturità del 2016 ed esercitati, ad esempio, con una di queste app per affrontare il tema di maturità: più tempo dedicherai allo studio, meno ne avrai per angustiarti!

In ogni caso, ciò di cui devi avere davvero cura - al di là del portare a casa un voto in linea con le tue aspettative, che è in ogni caso un proposito legittimo - è di aver messo a frutto gli insegnamenti che i professori ti hanno elargito, sia per quanto riguarda nozioni e materie, sia per sviluppare un metodo valido di approccio all’apprendimento che ti servirà indubbiamente anche in contesti lavorativi. I nostri insegnanti si impegnano per far ottenere ai nostri studenti i migliori risultati possibili.

Nell'immagine vedi la prof. Annamaria Roppa, durante una lezione in aula di inglese. E tu, cosa ne pensi? Ritieni che il voto dell’esame di maturità abbia una valenza decisiva e innegabile oppure credi che la vera importanza sia nell’impegno e nello studio speso nel corso degli anni? 

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